Il Dalai Lama deve essere anche un maestro di Tai Chi.
Sono giunto a questa conclusione dopo aver riflettuto su un articolo che ho scritto per il magazine “Egoista Lungimirante”.
Il titolo del magazine mi ricorda un insegnamento in cui Sua Santità invita ad essere “egoisti intelligenti” e fare ciò che porta un reale e duraturo beneficio per se stessi.
La strategia del praticante di Tai Chi è di non affrontare forza con forza, ma accogliere la forza di un aggressore e ridirigerla.
Vediamo come il Dalai Lama si è mostrato Maestro anche in quest’arte…
E’ diffusa l’opinione che l’imporsi qualcosa, che si tratti di una disciplina di comportamento o semplicemente fare esercizio fisico quotidianamente, in qualche modo implichi la rinuncia ad un pezzo di libertà personale.
C’è chi associa alla parola disciplina il negare a se stessi i piaceri della vita, il ridurre le proprie scelte e la propria indipendenza.
Vi propongo un punto di vista da praticante di arti marziali…
Il progetto legato al Castello di Darany nasce dalla passione per l’equitazione, con la voglia di portare innovazione in questa disciplina.
La preparazione fisica e mentale permettono di praticare qualsiasi sport in sicurezza e con successo, evitando traumi e usura del fisico. A detta di esperti del settore, l’equitazione è un po’ carente da questo punto di vista. Ecco che la mia cara amica e appassionata di equitazione Darany mi ha chiesto di entrare nel team che stava formando per curare la preparazione fisica e mentale degli atleti di questo sport.
Dopo un lungo lavoro di studio, confronto e condivisione con gli altri componenti del team, ha finalmente preso corpo il corso vero e proprio.
L’8 ottobre siamo partiti con la prima lezione “pilota” con un allievo di eccezione: Pietro Borgia.
Vi racconto come è andata quella giornata.
La seconda parte dell'intervista al Ven. Lama Tenzin Khenrab Rinpoche, Lama Residente a Milano preso L'Istituto studi di Buddhismo Tibetano Ghe Pel Ling.
Scopriamo altri punti di contatto tra pratiche spirituali ed arti marziali; la motivazione, il ruolo del Maestro e accettare la sconfitta.
L'istituto segue la tradizione del Dalai Lama, ed ha organizzato la sua visita nei giorni 21 e 22 Ottobre 2016 (oltre ad aver organizzato quelle del 1999, 2007 e 2012).
In tutto il mondo e in tutte le epoche, la nascita delle discipline di combattimento è strettamente legata alle tradizioni culturali dei popoli dai quali queste sono sorte. Pensiamo, ad esempio, alla lotta greco-romana, al pugilato, alla scherma.
In oriente le arti marziali sono state legate a pratiche spirituali proprie della tradizione Buddhista e Taoista.
Ma come si concilia il comportamento non violento alla base di queste filosofie con la pratica di un'arte destinata al combattimento?
Per trovare una risposta, io ed il mio Maestro di Kung Fu Gaetano Lauria della scuola Luohan Shiba Shou abbiamo rivolto la domanda al Ven. Tenzin Khenrab Rinpoche, attuale Lama residente dell'Istituto Studi di Buddismo Tibetano Ghe Pel Ling di Milano, il centro che sta organizzando la visita del Dalai Lama a Milano del 21 e 22 ottobre 2016, e che ha organizzato le precedenti visite (nel 1999, nel 2007 e nel 2012)
Nell'ambiente del Tai Chi si parla molto di "morbido che vince sul duro" di "abilità che vince sulla forza"...
E' bello di tanto in tanto vedere questi principi messi in pratica da altri in ambiti diversi dal proprio, ed è appagante riuscire a metterli in pratica al di fuori della palestra.
Quello che segue è un resoconto di una giornata dedicata all'applicazione del Tai Chi all'equitazione, passata alle “Scuderie Sportive Asolo” di Andrea Olmi, In Via Mestre 5 ad Asolo.
Il saluto non è solo un elemento coreografico ma è un vero e proprio esercizio; anzi è l’esercizio più importante dell’addestramento, Infatti è la tecnica eseguita più volte nel corso di una lezione.
E’ un esercizio di meditazione e come tale serve a sradicare schemi mentali negativi e ad assumerne di positivi. Vediamo quali...
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Le Arti Marziali non nascono nei templi ma nei campi di battaglia.
Per quale motivo spesso vengono accostate a filosofia e pratica spirituale?
Non è contraddittorio affiancare una filosofia che predica la non violenza a una disciplina che addestra al combattimento?
Scrivo questo articolo in seguito a un confronto con altri praticanti di diverse discipline.
Qualcuno vede l'arte marziale solo come addestramento al combattimento, altri solo come strumento di crescita interiore.
Riporto quanto ho capito delle lezioni impartite dai miei Maestri. Cercando di non stravolgere quanto mi è stato insegnato, provo a dimostrare come le due posizioni contrapposte in realtà debbano coesistere affinchè si possa parlare di "Arte Marziale" poichè In un caso viene meno l'aspetto artistico, nell'altro l'aspetto marziale.
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