Arti marziali e spiritualità (prima parte)

9 Set, 2016

In tutto il mondo e in tutte le epoche, la nascita delle discipline di combattimento è strettamente legata alle tradizioni culturali dei popoli dai quali queste sono sorte. Pensiamo, ad esempio, alla lotta greco-romana, al pugilato, alla scherma.

In oriente le arti marziali sono state legate a pratiche spirituali proprie della tradizione Buddhista e Taoista.

Ma come si concilia il comportamento non violento alla base di queste filosofie con la pratica di un’arte destinata al combattimento?

Per trovare  una risposta, io ed il mio Maestro di Kung Fu Gaetano Lauria della scuola Luohan Shiba Shou abbiamo rivolto la domanda al Ven. Tenzin Khenrab Rinpoche, attuale Lama residente dell’Istituto Studi di Buddismo Tibetano Ghe Pel Ling di Milano, il centro che sta organizzando la visita del Dalai Lama a Milano del 21 e 22 ottobre 2016, e che ha organizzato le precedenti visite (nel 1999, nel 2007 e nel 2012)

Ven. Lama Tenzin Khenrab Rinpoche

Buddha Manjushri. Il Buddha della Saggezza

Taoismo, buddhismo e kung fu

Perché, dunque, discipline che insegnano a combattere sono state adottate da persone che predicano la non violenza?

Ad esempio il Tai Chi si dice sia nato sul monte Wu Tang in Cina, luogo importante sia per i Taoisti sia per i Buddhisti della nostra tradizione in quanto vi si trova la terra pura di Buddha Manjushri.

Una stretta relazione tra un luogo simbolo di spiritualità e un’arte marziale che non può non incuriosire per la sua apparente incongruenza.

Difesa del corpo e sviluppo della mente

Rinpoche

Anticamente, ad esempio in Cina, i monaci vivevano isolati in aree di montagna e spesso dovevano affrontare animali selvatici. I movimenti che usavano servivano a difendersi da quei pericoli esteriori.

Ma nelle arti marziali il movimento esteriore ha soprattutto lo scopo di aiutare il nostro pensiero, la nostra mente. Tutti i movimenti delle arti marziali aiutano a sviluppare qualità interiori come la concentrazione.

Il motivo per cui, in oriente, c’è stata questa unione è che le discipline spirituali come il Buddismo mirano, mediante pratiche mentali, alla sconfitta dei nostri nemici interiori, quelle che noi chiamiamo “afflizioni mentali”. Le arti marziali usano i movimenti esteriori principalmente per raggiungere lo stesso scopo.

Come si sa, i movimenti del Tai Chi non devono essere eseguiti in modo distratto. Ogni gesto ha la massima importanza e questo aiuta a sviluppare la concentrazione e ad eliminare la distrazione. In questo senso l’arte marziale diventa una pratica spirituale per sconfiggere i nemici interiori.

L’importanza di coltivare il Chi

M. Gaetano Lauria

Il mio maestro cinese Chang Dsu Diao era solito ripetere un’istruzione in forma di proverbio: dove c’è la mente c’è l’aria, dove c’è aria c’è forza. (Yi tao chi tao, chi tao li tao).

Dopo aver incontrato il Buddhismo, ho notato molte similitudini tra questa massima e la spiegazione della pratica del Tantra.

Ho praticato diverse arti marziali, e molte istruzioni che ho ricevuto le ho in ritrovate poi nelle pratiche spirituali.

Qualche maestro giapponese, ad esempio, dice di pensare al corpo vuoto, così l’aria può riempirlo e muoverlo. (ritroviamo delle istruzioni analoghe in alcune pratiche spirituali. ndr.)

Rinpoche

Quando parliamo di Chi, parliamo di “vento” o “aria sottile”, che viene sviluppata attraverso la concentrazione della mente.

Attraverso i movimenti del corpo si stimola la circolazione dell’aria sottile e questa, a sua volta, ha il completo controllo del corpo e dei nervi. L’aria sottile è potente, tutti i movimenti dipendono da essa, come anche tutto quello che vediamo ogni giorno nel mondo, la tecnologia. Tutto dipende dall’aria.

Si dice che chi ha il completo controllo dell’aria sottile possa fare cose eccezionali, come volare e muovere oggetti senza toccarli. Questa energia può essere usata anche per curare se stessi e gli altri. Dubito però che chi abbia queste capacità le usi per mettersi in mostra su youtube. Quelli che lo fanno mettono in scena uno show.

Scherzi a parte: queste tecniche spirituali per coltivare il Chi esistevano prima delle arti marziali. Il concetto che sta alla base di tutto è quello di far lavorare il corpo all’esterno insieme alla concentrazione all’interno.

L’unione di queste due pratiche è ciò che produce i benefici delle arti marziali. Il solo movimento fisico fa bene alla salute, ma è limitato ad essa.

Far sorgere la mente sottile

Rinpoche

Rispetto alla massima trasmessa dal Maestro Chang Dsu Diao: “dove c’è la mente c’è l’aria”, nella pratica tantrica l’aria è paragonata ad un cavallo e la mente sottile al cavaliere che lo guida.

Dobbiamo però tenere presente che la mente concettuale non funziona così. Essa pensa razionalmente, ma l’aria non si muove. L’aria è legata alla mente sottile e la mente sottile è sempre insieme all’aria.

La mente concettuale, da sola, non funziona. Per questo la pratica delle arti marziali ha lo scopo di far cessare la mente concettuale – più grossolana – per far sorgere la mente sottile e sviluppare l’aria

Pratiche spirituali nelle arti marziali

Quando concentriamo la nostra mente sul vaso (analogamente nel Chi Kung ci si concentra sul Tan Tien. ndr.) all’inizio lo facciamo usando la nostra mente concettuale. Grazie a questo esercizio la mente concettuale, più grossolana, cessa e la mente sottile comincia a lavorare. A quel punto è la mente sottile stessa che entra nel vaso insieme all’aria sottile.

All’inizio dobbiamo per forza usare la mente concettuale per concentrarci. Dobbiamo fare esercizi usando questa mente ma, pian piano, aumentando la concentrazione, essa cessa per lasciare spazio alla mente sottile.

Quando usiamo la mente concettuale, gli oggetti di concentrazione ci appaiono separati da noi. È come se la nostra mente fosse da una parte e l’oggetto dall’altra. Quando, ad esempio, pensiamo al vaso dentro di noi, la nostra mente concettuale vede il vaso in una certa posizione, come un oggetto separato da noi.

L’esperienza della mente sottile non è così. Tu sei proprio lì.

È come in un sogno (momento in cui è attiva una mente sottile ndr.). Ti trovi proprio dentro il sogno, non ti vedi separato da quello che accade.

Il Maestro Lauria durante una lezione al Ghe Pel Ling

Usare la mente concettuale è come guardare la televisione, mentre usare la mente sottile è come vivere dentro un sogno: in un breve tempo puoi vivere tutta una vita perché la mente sottile non ha bisogno del tempo per funzionare, mentre la mente concettuale non può farne a meno.

La mente sottile non usa il tempo. In una sola notte puo aver viaggiato per tutto il mondo. E questo vale per tutte le cose, non solo per gli spostamenti

Gianluca

Zan Zuang e Chi Kung sono pratiche spirituali?

Rinpoche

Si, per far sorgere la mente sottile e far cessare la mente concettuale e la mente grossolana

M. Gaetano Lauria

Ho sempre pensato a Zan Zuang e Chi Kung come pratiche per quelle persone a cui non piace studiare filosofia o pregare. Praticando un’arte marziale completa si può ugualmente imparare a controllare l’aria e sviluppare anche qualità spirituali.

Il fratello di una mia allieva fa wrestling. A lui ho insegnato a fare Zan Zuang, e mi dice di sentirsi più calmo. Inoltre afferma di aver aumentato la forza!

Rinpoche

È vero, queste pratiche possono aiutare. Spesso, quando si parla di pratica spirituale le persone si allontanano, non sono interessate. Diversamente, quando parliamo di arti marziali le persone sono più aperte.

Quindi alcuni vanno in un tempio a pregare mentre altri fanno arti marziali. È un po’ più divertente, ma la destinazione finale è la stessa.

L’arte marziale non è così dura, così stretta, come una pratica spirituale. Non devi andare in un certo luogo e recitare una certa sadhana; si tratta di una situazione più aperta e le persone possono utilizzare questa strada per raggiungere un certo livello.

Grazie ad Alberto Covini per la revisione.