Il Dalai Lama deve essere anche un maestro di Tai Chi.
Sono giunto a questa conclusione dopo aver riflettuto su un articolo che ho scritto per il magazine “Egoista Lungimirante”.
Il titolo del magazine mi ricorda un insegnamento in cui Sua Santità invita ad essere “egoisti intelligenti” e fare ciò che porta un reale e duraturo beneficio per se stessi.
La strategia del praticante di Tai Chi è di non affrontare forza con forza, ma accogliere la forza di un aggressore e ridirigerla.
Vediamo come il Dalai Lama si è mostrato Maestro anche in quest’arte…
Scrissi un primo articolo per l'online magazine "L'egoista Lungimirante" perché riconobbi nel titolo un insegnamento del Dalai Lama.
Nel Buddhismo Mahayana è essenziale sviluppare una motivazione altruistica.
Poiché ogni aspetto della pratica deve poggiare su una ragione valida e non sul trasporto emotivo, vi sono diverse meditazioni analitiche da eseguire per comprendere perché lo sviluppo di questa motivazione è positivo.
Il nemico pubblico numero uno
Per il Buddhismo l’ignoranza dell’aggrapparsi al se è l’origine di ogni esperienza negativa. Questo aspetto innato della nostra mente porta a riconoscere un nostro se come realmente esistente e ad aggrapparsi ad esso. Col tempo si sviluppa un attaccamento a questo se: lo si considera caro e prezioso, e si arriva a ritenere se stessi più importanti di tutti gli altri esseri.
Una volta sviluppato l’egoismo si agisce unicamente per il proprio benessere, senza curarsi degli altri ed in casi estremi anche a discapito degli altri.
Questo nemico è estremamente potente, poiché un suo aspetto è innato in noi. Inoltre ogni nostra percezione, ogni nostro pensiero sembra convalidare l’esistenza di un nostro IO, e ciò alimenta il nostro egoismo.
Come combatte chi fa Tai Chi
Un praticante di Tai Chi non contrasta la forza con la forza, ma accoglie l’attacco del nemico, lo controlla e lo ridirige. Il praticante idealmente dovrebbe difendersi senza danneggiare l’aggressore.
Come il Dalai Lama ha applicato i principi di quest’arte marziale?
Il Dalai Lama in più occasioni non invita a “non essere egoisti”. Non attacca direttamente il nemico, applica anche nella dialettica e nella meditazione il principio della non violenza: accoglie il nemico, ne accetta la forza e quindi invita ad essere “egoisti intelligenti”.
L’egoista comune.
L’egoista cerca vantaggi per se stesso, cerca la felicità per se stesso.
Accumulando beni per se stesso ottiene dei vantaggi immediati ma che svaniscono appena consumati quei beni.
Una volta esauriti i beni gli altri non saranno disposti a sostenerlo poiché non ne hanno motivo!
Se poi l'egoista comune ha procurato dei danni a qualcuno senz'altro avrà dei nemici pronti a ripagarlo con la stessa moneta.
Potrebbe aver suscitato l’invidia di qualcuno che potrebbe godere nel vederlo esaurire i propri mezzi, o che addirittura voglia impossessarsi di quei beni.
L’egoista lungimirante.
Se nel procurarsi beni e ricchezze, l’egoista evita di danneggiare gli altri e addirittura riesce a far si che altri traggano qualche beneficio, si troverà con persone ben disposte nei suoi confronti che non avranno problemi a favorirlo in futuro.
Quanto più riesce a rendere partecipi gli altri delle sue fortune tanto più troverà sostegno e approvazione in futuro, e la riconoscenza non si esaurisce come il denaro.
Quindi l’egoista che volesse davvero avere un beneficio concreto e duraturo dovrebbe occuparsi degli altri!
Ecco come Il Dalai Lama accoglie la forza del nemico, la motivazione egoistica, e senza sforzo la usa per sconfiggerlo senza contrastarlo.
COMMENTI
Per i commenti uso il plugin di facebook. cliccare su "collega a facebook" per poi commentare.
Chi non avesse Facebook può scrivermi a sportmassaggio@gmail.com, pubblichero io il commento citando la fonte.
Scrivi commento